Futurismo (movimento in Arte).

FUTURISMO

Il futurismo è stato uno dei più importanti movimenti artistici del XX secolo nel panorama mondiale. Nasce in Italia nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto futurista, con l'esposizione dei principi di questa avanguardia, da parte di Tommaso Marinetti. Il manifesto futurista fu firmato da diversi pittori tra cui Severini, Balla, Carrà, Boccioni e Russolo. I primi futuristi tennero diverse mostre sopratutto in Francia. Dalla seconda metà degli anni dieci la vita di questo movimento viene denominata "Secondo futurismo". Una «ricostruzione futurista dell'universo», della quale i tre protagonisti sono Balla, Depero e Prampolini, annunciata appunto a metà degli anni Dieci, e subito proposta, ma che si realizza pienamente in realtà proprio entro i termini cronologici di quello che si chiama appunto ormai correntemente «secondo» futurismo, in un nesso di irresoluta continuità fra gli intensissimi anni Venti e non ripetitivi anni Trenta. Lo strumento di intervento ambientale è scarsamente la pittura murale o ivi applicata (Dottori, Benedetta, Tato ecc.), è invece soprattutto la «plastica murale», polimaterica (come la teorizzava Prampolini in al di là della pittura verso i polimaterici, in «Stile Futurista», della quale si tengono significative esposizioni di proposte a Genova nel 1934 e a Roma nel 1936, e della quale si pubblica un manifesto nel 1934 stesso, ricco di firme, a cominciare da Prampolini e Depero. La plastica murale indicava chiaramente il regolamento della mostra di Genova supera e abolisce la vecchia pittura murale e gli affreschi, per spaziare nelle numerose possibilità espressive e illustrative offerte dai polimaterici e dalle simultaneità plastico-documentarie-parolibere, mediante l'uso di tutti i materiali e di tutte le tecniche. Senza soluzione effettiva di continuità rispetto al polimaterismo che impronta la «plastica murale», tuttavia i futuristi praticano la pittura e la scultura, dominate dal tema aeropittorico enunciato da Marinetti nel manifesto in «La Gazzetta del Popolo» del 22 settembre 1929, poi sottoscritto da diversi, e quindi intese come «aeropittura» e aeroscultura, non connotazioni di stile, ma denotazioni di generi. Soggette infatti, in un'assai ampia gamma di esiti, ad interpretazioni ideologico-immaginative diverse, sui due versanti contrapposti di una visione aero-cosmica, e di una visione sostanzialmente illustrativa della macchina volante e dei suoi effetti di visione dall'alto. È la contrapposizione che si registra appunto nelle interpretazioni singole o di gruppo al testo del 1929, come proposte nel catalogo della ricordata mostra alla galleria Pesaro nel 1931. E che raggiunge il suo piú alto livello creativo nella formulazione prampoliniana, ove «sensibilità aerea vale una nuova spiritualità extraterrestre»: «Dobbiamo superare la trasfigurazione della realtà apparente - vi si precisa - per lanciarsi verso l'equilibrio assoluto dell'infinito ed in esso dare vita alle immagini latenti di un nuovo mondo di realtà cosmiche». E che Marinetti stesso aveva in certo modo avvertito distinguendo nel catalogo Trentatré futuristi nella stessa galleria, nell'ottobre 1929: «Stati d'animo e forze misteriose espresse plasticamente» (da una parte, e «Prospettive aeree, architetture degli spessori d'atmosfera. Simultaneità e compenetrazione di tempo e di spazio, lontanovicino ricordatosognato esternointerno (dall'altra). E subentra poi una declinazione interna al tema aeropittorico sollecitata dal Manifesto dell'arte sacra futurista, di Marinetti e Fillia («Oggi e Domani», Roma, 6 luglio 1931).

Alcune parti del testo sono prese da un paragrafo sul futurismo del libro ANNITRENTA a cura del Comune di Milano.



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