Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932)

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Giulio Aristide Sartorio Quotazioni

Le quotazioni di Giulio Aristide Sartorio per i quadri finiti vanno da €2500 ad oltre €20.000. Le dimensioni e il soggetto sono i fattori che incidono maggiormente nella valutazione di un'opera del pittore romano. Sono molto ricercati i quadri che raffigurano: scene familiari sulla spiaggia di Fregene, la campagna romana e vedute di paesi stranieri. Le opere su carta (disegni, acquarelli, pastelli e tempere) possono valere da €500 ad oltre €10.000. La rifinitezza è l'elemento principale nella stima di quest'ultime. Il record di vendita del pittore romano è di circa €130.000.

N.B:Le stime precedenti sono indicative ed andrebbero approfondite con la valutazione gratuita da parte di un nostro esperto.

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Biografia breve di Sartorio

Nato nel cuore della città eterna il 11 febbraio 1860, il giovane rampollo di una famiglia di artisti era destinato a portare avanti la tradizione familiare. Con il padre come primo maestro, imparò i rudimenti del disegno, ma ben presto sentì il bisogno di allontanarsi dalle influenze familiari per poter esplorare liberamente il suo talento e perfezionare la sua tecnica. Tra le mura dei Musei romani e delle Basiliche, il giovane artista trascorse ore e ore ad ammirare gli affreschi, i quadri, i mosaici e le statue antiche, cercando di apprendere i segreti del disegno, della coloritura e della composizione. La sua giovinezza coincise con un'epoca di fervore e di entusiasmo artistico nella Roma degli anni '80 e '90, una città ancora in fermento tra le battaglie politiche e artistiche dei vari partiti, gruppi, scuole e tendenze.

Frequentò i cenacoli letterari e iniziò ad esplorare l'attività di scrittore, pubblicando prose critiche e narrative su giornali e riviste. Amico di Gabriele d'Annunzio, collaborò con lui alla fondazione di un grande giornale illustrato e disegnò le tavole e i fregi del poema "Isotta Gottadauro". In questo periodo, la sua arte si ispirava al gusto di Mariano Fortuny, ma ben presto sviluppò una personalità artistica unica e inconfondibile. Il suo quadro "Malaria", esposto a Roma nel 1882, attirò l'attenzione della critica e del pubblico e segnò l'inizio della sua carriera artistica.

Nel 1889, insieme al già noto Francesco Paolo Michetti, si recò a Parigi, dove espose uno dei suoi quadri più celebri, "I figli di Caino", che suscitò l'ammirazione della critica francese. Negli anni successivi, il suo talento si espresse in molteplici forme: fu insegnante all'Accademia di Weimar per cinque anni, continuò la sua attività di scultore, critico e narratore, dipinse tele che rivelavano la sua rara maestria nel rappresentare la vigorosità del nudo e portò a termine due grandi opere: i fregi allegorici per la Biennale di Venezia e quelli per la nuova aula di Montecitorio, che rappresentavano la Storia d'Italia dai Comuni al Risorgimento. Dopo questi lavori, il suo ideale artistico subì una profonda trasformazione: la sua attenzione si volse a cogliere e a riprodurre la vitalità animale degli uomini e degli animali. I paesaggi della Campagna romana, dipinti con la tecnica della tempera su tela finissima, segnarono il culmine della fama e della fortuna del Sartorio. Riuscì a rappresentare la Campagna romana in modo veritiero, senza abbellimenti retorici e senza romanticismi.

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