Nicola D'Antino

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Biografia breve di Nicola D'Antino

Nicola D'Antino (Caramanico 1880 - Roma 1966) è stato uno scultore italiano del XIX e XX secolo. Incoraggiato e guidato nel disegno fin da giovanissimo da Francesco Paolo Michetti, D'Antino frequenta dal 1898 lo studio di Ettore Ximenes a Roma e in seguito si reca a Napoli, per frequentare la locale Accademia di Belle Arti. Le sue prime opere risultano cosi molto influenzate dal verismo partenopeo. Esordisce alla mostra degli Amatori e Cultori del 1906 e torna ad esporre a tale rassegna anche nel 1908 e nel 1910; partecipa quindi alle mostre romane della Secessione (1913-1915), presentando piccoli bronzi raffiguranti adolescenti nude, in passo di danza, secondo i canoni dell'estetica liberty. Nel 1918 tiene una personale con Umberto Prencipe alla Galleria A. De Conciliis di Milano, dove presenta ventuno opere, molte delle quali già esposte in altre occasioni a Roma e a Napoli. Con gli anni Venti lo stile di D'Antino guarda di più alla scultura classica, ad una maggiore solidità di volumi. Nel 1921 presenta quindici opere nella colletiva della Galleria Pesaro di Milano, che riunisce alcuni artisti residenti a Villa Strohl-Fern, che già da qualche tempo ha accolto anche l'artista abruzzese. In questo stesso anno diviene membro della Commissione ordinatrice della I Biennale Romana, assieme a Bargellini, Drei, Oppo, Sartorio, Selva, Spadini e Terzi. Nel 1927 modella due statue per lo Stadio dei Marmi di Roma (Sciatore, Timoniere) e, sempre in campo mnonumentale, realizza la grande fontana luminosa a L'Aquila (1933) e quattro figure femminili per il Ponte Littorio di Pescara (1932-33). Regolarmente presente alle Sindacali e alle Quadriennali Romane e alla Biennale di Venezia, esegue nel 1938 il Ritratto di Michetti e nel 1940 il Ritratto di D'Annunzio. Nell'ultima parte della sua vita artistica, D'Antino riprende la pratica della pittura, con la quale aveva esordito alla Biennale di Venezia del 1934. Raramente torna ad esporre e si isola nella sua casa alle porte di Roma.

Fonte: La Scultura italiana del primo Novecento

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