Antonio Carminati

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Biografia breve di Antonio Carminati

Antonio Carminati (Brembate di Sotto 1859 - Milano 1908) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. È nato a Brembate di Sotto, in provincia di Bergamo, il 2 giugno 1859. Frequentò i corsi dell'Accademia di Brera dal 1874 a tutto il 1877. Fu allievo di Enrico Butti e collaborò con lui alla decorazione scultorea del tiburio del Duomo di Milano. Si recò, compiuti i corsi all'Accademia di Brera, dapprima a Torino dove fu allievo di Odoardo Tabacchi, poi a Roma dove si perfezionò con Giulio Monteverde: di ognuno di questi suoi maestri egli seppe cogliere un peculiare aspetto artistico, cosi raffinando il proprio stile e la propria personalità. Rientrato a Milano egli dette inizio alla sua feconda attività, eseguendo alcuni lavori per la Fabbrica del Duomo fra cui una figura a tutto tondo per una delle guglie restaurate dall'arch. Cesa Bianchi. Il suo esordio ufficiale avvenne alla Permanente di Milano del 1885 cui egli partecipò col busto in bronzo "Nostalgia". Da allora prese parte alle varie esposizioni milanesi e acquistò larga fama partecipando alla Triennale di Milano del 1891 col bronzo "Un panettiere": "lavoro notturno", che rende palese la sua adesione al verismo sociale venuto in quegli anni in gran voga: quest'opera, ora alla Galleria milanese d'arte moderna, rappresenta con realismo concreto ed efficace un ragazzo seduto con la testa china; da tutta la figura, gracile e cenciosa, emergono la stanchezza, la fatica e la prostrazione; da essa appare chiaro l'intento di denuncia sociale in ordine allo sfruttamento del lavoro dei fanciulli perseguito dall'autore. In quello stesso anno il Carminati scolpì ed espose a Brera il gruppo marmoreo di "San Luigi Gonzaga che soccorre un appestato", ora nella Chiesa milanese di Santa Maria presso San Satiro. Nel 1894 vinse il premio Tantardini con l'opera "Sospiro dell'anima". Nel 1896 partecipò all'Esposizione della Permanente di Milano col bronzo “Canzone di maggio" e nel 1899 sempre all'Esposizione della Permanente presentò il bronzo "Tentazione", ora alla Galleria d'arte moderna di Milano, e due figure di bambini (“Bimbo sognante" e "Bimba"). Partecipò anche alla prima Biennale veneziana e a quelle successive con varie opere di carattere descrittivo, come "Minuetto, Edelweiss", “nunc est bibendum", "Signorina", "La pace", e con vari ritratti, fra cui quello di sua moglie. Il Carminati, seguendo l'esempio e sovente anche la maniera del Butti, svolse intensa attività nel campo cimiteriale; nel 1895 eresse nel cimitero di Groppello d'Adda il monumento funebre al conte Luigi Nazari di Calabiana, arcivescovo di Milano; un modello di questo monumento fu da lui esposto nel 1897 a Brera e di esso un particolare in gesso è ora alla Galleria milanese d'arte moderna: nel 1903 espose a Venezia il grandioso gruppo marmoreo "Resurrexit" o "La resurrezione in Dio", da lui scolpito per la tomba Carcano al cimitero monumentale di Milano dove eseguì anche l'altorilievo in bronzo con le sculture "Fede", "Speranza" e "Carità" per la tomba Casati, le sculture per il monumento tombale in stile egiziano della famiglia Baj eretto su progetto dell'architetto Cesare Nava, la statua della "bambina giacente nella cappella tombale" in stile bizantino dello stesso Nava e il sepolcro di "Antonio Carminati", da lui stesso predisposto. Eseguì anche ritratti, con ottima efficacia psicologica, come quello di sua moglie, esposto alla Biennale veneziana del 1905, e quello di Emilio De Marchi, famoso romanziere, eretto ai giardini pubblici di Milano. Fu membro della Commissione per la riforma della falconatura della facciata del Duomo milanese, formata da lui e da Mazzocchi, Beltrami, Cesa Bianchi, Pogliaghi, Moretti e Bersani. Per lo scalone del palazzo dell'Arcivescovado di Milano egli scolpì la grande statua della "Fede". Nel 1906 vinse il concorso per il monumento a Giuseppe Verdi da erigersi davanti alla Casa di riposo per musicisti dal Verdi voluta; il progetto prevedeva la figura del Maestro seduto fra "l'Armonia" e "La Melodia" e sul piedistallo avrebbero dovuto essere raffigurate scene delle opere liriche verdiane, ma la morte colpì il Carminati l'11 maggio 1908 mentre stava lavorando alla statua di Verdi; le due statue allegoriche dell'Armonia e della Melodia già da lui predisposte sono andate disperse eil monumento a Verdi fu poi realizzato nel 1913 da Enrico Butti. Nella Galleria veneziana d'arte moderna "Cà Pesaro" vi è il suo bronzo "Ritratto della moglie", dalla dolcissima espressione e di squisita fattura.

FONTE: Gli scultori italiani di V.Vicario

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