Rembrandt Bugatti

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Biografia breve di Rembrandt Bugatti

Rembrandt Bugatti (Milano 1883 - Parigi 1915) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. Figlio di Carlo Bugatti, autore di mobili d'arte, e fratello del famoso Ettore Bugati, costruttore di automobili, comincia a frequentare giovanissimo il laboratorio del padre, imparando a lavorare artigianalmente il legno edi ferro. Frequenta anche lo studio di Paolo Troubetzkoy e annovera fra le proprie conoscenze personaggi della vita artistica milanese: Puccini, Leoncavallo, Ricordi, Segantini. Al 1902 risale il suo esordio espositivo, alla Prima Quadriennale di Torino (presenta due gessi ed un bronzo), partecipa poi alla V Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia prima di lasciare l'Italia per recarsi a Parigi con la famiglia. Giunto nella capitale francese, stipula subito un contratto di lavoro con Hébrard, noto gallerista nonché facoltoso direttore del quotidiano «Le Temps» e di un laboratorio specializzato nella fusione in bronzo, argento e altri metali. Rembrandt tiene nella sua galleria una mostra personale nel 1904 e due anni dopo vince il Gran Premio di Scultura all'Esposizione Internazionale del Sempione di Milano, con il gruppo intitolato Dieci minuti di riposo. L'artista si trasferisce poi ad Anversa, città che ospita un importante zoo e che quindi gli rende possibile lo studio dal vero degli animali, per arricchire il proprio bestiario. Modella in questo periodo un repertorio di "animalier" di piccole dimensioni e alcuni nudi muliebri, ma stupisce tutti i critici presentando nel 1911, al Salon della Société Nationale, la grandiosa scultura di lottatore nudo, alta quasi tre metri: i volumi della potente muscolatura e il gigantismo della figura preludono agli esiti di tanta scultura di pieno novecento. Nel frattempo Rembrandt viene insignito della decorazione di "Chevalier de la Legion d'Honneur' e diviene socio della Société Nationale des Beaux-Arts di Parigi; nel 1910 tiene una personale alla Société Royale de Zoologie di Anversa. Durante la guerra si offre come barelliere nella Croce Rossa di Anversa e ne diviene cittadino onorario per meriti civili, ma nel 1914 è costretto a lasciare il Belgio e a tornare in Italia per alcuni mesi. Raggiunge poi a Parigi la famiglia; le condizioni economiche sono molto critiche e anche psicologicamente l'artista esce molto provato dalla guerra, tanto da decidere, l'8 gennaio del 1916, di togliersi la vita avvelenandosi col gas. Quattro anni dopo, nel 1920, Hébrard lo ricorda con una importante retrospettiva di centoventicinque opere e nel 1924 regala alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma quattro modelli di sculture dell'artista.

FONTE: La scultura italiana del primo novecento

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