Mosè Bianchi (1840 - 1904)
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Mosè Bianchi Quotazioni
Le opere più richieste dek pittore lombardo sono le vedute dell'Italia del nord.
I bozzetti e gli studi hanno un valore di €500/1000.
Le opere compiute e impegnate possono valere €3000/5000.
Le quotazioni di Mosè Bianchi per gli oli più importanti possono essere di oltre €10.000.
Il record di vendita del pittore è di €160.000 nel 1998.
La qualità, la conservazione e le dimensioni sono fattori fondamentali nello stabilire le quotazioni di un quadro o un disegno del XIX secolo.
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Biografia breve di Mosè Bianchi
Mosè Bianchi di Monza (Monza 1840 - 1904) è stato un pittore del XIX secolo. Nato a Monza il 13 ottobre 1840, morto in povertà a Monza il 15 marzo 1904. Compiuti gli studi secondari nella sua città, nel 1856 prese dimora a Milano per frequentare l'Accademia di Brera dove insegnavan0 il Sogni e lo Zimmermann. Nel 1859 interruppe gli studi per seguire Garibaldi fra i Cacciatori delle Alpi e, terminata la guerra, tornò all'Accademia, alla scuola del Bertini, dipingendo gli allora inevitabili quadri storici: L'arciprete Stefano Guandeca che accusi Varcivescovo di Milano; Anselmno Pusterla e La congiura di Pontida, che venne esposto alla mostra di Brera nel 1863 e nel quale rivelò le sue buone qualità per il corretto disegno e l'equilibrio dell'insieme. Nel 1864 partecipò alla mostra della Biennale di Brera col quadro Vigilia della sagra, attualmente nella Galleria d'Arte Moderna di Milano, che ottenne molto successo e che due anni dopo fu inviato al Salone di Parigi. Fece seguire La Signora di Monza e indovinati e felici ritratti, Col premio del pensionato Oggioni, si recò a Venezia e a Parigi. Le opere del Tiepolo e la bravura del Meissonier e del Fortuny esercitarono su lui un'influenza alla quale improntò la sua maniera, che, quando egli ebbe occasione di decorare volte e pareti come negli affreschi della Villa Giovanelli a Lonigo, risentì soprattutto la dominante potenza del Tiepolo. Tornato a Milano, espose il capolavoro I fratelli al campo, poi La benedizione delle case; Cleopatra; Un giorno di parata; Amore allo studio e Interno del Duomo di Monza, che venne acquistato dal re del Belgio. Dopo il 1880 iniziò il secondo periodo, delle lagune in burrasca, delle vedute di Chioggia, e con queste opere si impose ed eccelse. Luigi Archinti scrisse di lui, in quell'epoca, con vero entusiasmo: « Il Bianchi sa cogliere nella regione delle lagune una verità d'impressioni preziose e di colorazioni smaltate per la quale è il primo pittore d'Italia ». Verso il 1890 cominciò la serie delle impressioni della vecchia Milano pittoresca, affaccendata, sotto la neve, nebbiosa, fangosa, poi si dedicò a ritrarre le vedute autunnali di Gignese sul Lago Maggiore, e innamorato della semplicità di quegli abitanti, seriveva: « Le mie modelline mi ballano intorno, e vengono di buon mattino alla mia porta ». In città riprendeva il lavoro intenso, con foga geniale e profonda coscienza. Fu direttore ed insegnante all'Accademia Cignaroli di Verona; consigliere comunale di Milano; membro della Giunta superiore per le Belle Arti; consigliere dell'Accademia di Brera, ricoprendo tali cariche con la più semplice dignità che considerò indivisibile compagna della bellezza. Opere principali: Parola di Dio: Due amiche; Il canale di Chioggia e Barche del carbone a Chioggia, nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; La monaca di Monza e l'amante Egidio, e Il pittore Londonio, nel Museo Civico di Torino; Barca chioggiotta, nel Museo Revoltella di Trieste; La famiglia del chioggiotto, nel Museo Caccia di Lugano. Nella Galleria d'Arte Moderna di Milano, nella sala a lui dedicata, si rammentano: Il ritratto del pittore Fasanotti; Ritorno dalla sagra; Cavaliere settecentesco; Porto di San Felice a Chioggia; Marina, oltre i già citati I fratelli al campo e Vigilia della sagra. In raccolte private: Processione, collezione comm. Rossello di Milano;, Pietà (da questo dipinto eseguì l'affresco, nella cappella Viscónti a Carnisio), raccolta comm. Balzan di Milano; I convenevoli, raccolta conte Cambiaghi di Monza; Sotto il ponte di Rialto a Venezia, raccolta Gustavo Botta di Milano. Numerosi lavori sono presso gli eredi di Pompeo Mariani.
FONTE: A.M. COMANDUCCI
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