Ettore Archinti (1878 - 1944)

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Ettore Archinti (Lodi 1878 - Flossemburg 1944) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. Nacque a Lodi nel 1878 e fu avviato ancor giovanissimo alla scultura presso lo studio dell'artista concittadino Giudici. Il suo fisico debole e gracile non gli consentì di continuare il lavoro per lungo tempo presso lo scultore ed egli si fece garzone di pasticceria, ma nel tempo libero seguitò a coltivare la sua vocazione all'arte. Dal 1894 al 1898 frequentò i corsi serali presso l'Accademia di Brera. Nel 1902 viaggiò per l'Europa alla ricerca di sempre nuove fonti di studio per la sua art. Sono di questi ultimi anni anche gli impegni politici a cui l'Archinti si dedicò con entusiasmo convinto, divenendo socialista attivo e militante. Dal 1903 divenne scultore professionista. Le sue opere piacciono, non sono grandi monumenti o pesanti busti bensi statuette in bronzo, in gesso e in cera, che parlano dei problemi di ogni giorno, dei dolori e delle gioie di ieri e di oggi. Nel 1913 partecipò al concorso Tantardini con l'opera "Forse è meglio che tu non veda", commovente gruppo in bronzo di centỉmetri 45, ora conservato al Museo Civico di Lodi, che gli ottenne oltre alla gloria e alla fama un cospicuo premio finanziario. Il bronzetto raffigura due umili donne, delle quali una è cieca mentre l'altra la guida. I tratti sono essenziali, non vi sono decorazioni inutili e l'espressività è lasciata ai visi delle due donne. Lo scopo è evidentemente di denuncia sociale, vi risuona forse qualcosa di quel Pellizza da Volpedo che col suo "Quarto stato" tanto infervorò gli animi; la fattura è valida, espressiva, pulita. Nel 1914 l'Archinti presentò alla XI° Esposizione internazionale d'arte di Venezia l'opera "Leggendo le pagine di Leila", scultura plasmata con mano sicura, scevra da fronzoli e che tutto impernia sull'espressione del viso: che l'autore si sia ispirato alla lettrice" di Pietrasanta, pittore Codognese, che non doveva essergli sconosciuto? Siamo alla vigilia della prima guerra mondiale e l'Archinti, che per credo politico non si presenta alla chiamata alle armi, finisce in prigione; fu dopo alcun tempo rilasciato e destinato in "sanità". A guerra finita l'opera sua continuò tanto nel campo artistico che in quello politico. Nel 1920 fu Sindaco di Lodi ma con l'avvento del fascismo fu estromesso e il suo studio seguitò ad essere meta di amici, di scrittori e di pittori. Arrestato dopo l'8 settembre 1944 sotto l'accusa di connivenza con gli alleati, fu mandato in Germania al Campo di Flossemburg, dove morì il 7 novembre dello stesso anno. Oltre alle opere già citate ricorderemo il bronzo "La signora con gli occhiali", il bozzetto in gesso "giovane sposa" e "Meditazione" in cera, tutti conservati presso il Civico Museo di Lodi, e "Papà Arturo", bronzo di proprietà della Banca Popolare di Lodi, che raffigura Arturo Arata, che per un ventennio, fino al 1931, era stato direttore di quell'istituto di credito.

FONTE: Gli scultori italiani di V.Vicario

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